Quali anomalie: specialmente fessure interne, cavità, vuoti, zone di distacco, presenza di acqua, zone di umidità, indebolimento strutturale del materiale: quindi il concetto di base è che se le misure di un pilastro dimostrano in varie zone valori di velocità bassi e/o anomali (rispettivamente dovuti a qualità non buona del materiale, o di alterazione dello stesso, o per difetti strutturali), potremo concludere che quel pilastro è di precaria qualità e magari con ulteriori calcoli troveremo i moduli di compressibilità ad es. del cls (calcestruzzo) che lo indicano non adeguato a modificazione dei carichi (es. aumento degli stessi, che risulta valutazione importante per fini di sicurezza specie nei progetti di ristrutturazione/riqualificazione degli edifici). Prima ho detto di aumenti di velocità: possono esistere, noduli di concentrazione del materiale, indice di maggior addensamento e compattezza dello stesso. O per ubicazione delle barre di armatura. Il rilievo è certo indicato proprio in relazione alla valutazione dei moduli elastici del materiale: che sono necessari per l’ingegnere edile-strutturale, l’architetto, il geometra.

Quali materiali: cls, c.a., mattoni, pietre, legno, vetro, (sensori particolari permettono la propagazione in acqua, vedi sonar), ferro, acciaio, asfalto, marmo, rocce compatte (es. calcare, granito…..: a tale riguardo abbiamo eseguito misure con spessore massimo di cubo di calcare, in cava, di 3 m), fibra di carbonio……….Materiali compositi e altri tipi, vedi vetroresina, magari abbisognano di maggiore riscontro/sperimentazione (che ovviamente è già svolta da gruppi Universitari e Enti di Ricerca). Cioè la propagazione ad risulta sempre buona in materiali rigidi e/o compatti (reticolo cristallino), mentre è impossibile o senza risultato in una terra (per la presenza di troppi vuoti).

A tale riguardo la MALTA, “rompe le scatole” proprio perchè mezzo non continuo e non isotropo.  E gli eccellenti lavori tecnico-scientifici, di quello che era l’I.S.M.E.S. di Bergamo, a tale riguardo, sono particolari con tali indagini e risultati rivolti alla caratterizzazione del tipo di malta, allo spessore, (quasi sempre in genere da 1 a 3 cm), ai componenti della stessa (tenore di silicati).

Alcune possibili correlazioni con la :

1) la tecnica ubica immediatamente le zone di UMIDITA e  queste, come già detto, possono essere zone di alterazione e anche di indebolimento strutturale, quindi di variazione in senso negativo dei parametri fisico-meccanici che il metodo ad cattura certamente. A maggior ragione la correlazione è importante se questi problemi affliggono gli elementi principali quali travi, pilastri, muri maestri e solai.

2) I “benedetti” stracitati PONTI TERMICI, zone di maggiore flusso di calore in dispersione per la TERMOGRAFIA, nei quali un rilievo ad dovrebbe essere interessante proprio per confermare il possibile affaticamento strutturale (e si sa bene quale importanza abbia tale termine nell’ottica del controllo ingegneristico). Alle volte comunque il posizionamento dei sensori, può risultare impossibile all’incrocio tra tali elementi ( geometrici e strutturali). 3) DIFFERENTI MATERIALI A CONTATTO (es. tessiture murarie): cls-mattoni; pietre-mattoni; pietre-cls, proprio per le differenze di velocità di tali materiali, gli evidenziano in maniera netta tali differenze e la specie con impiego di strumentazione adeguata (risoluzione termica nell’ambito dei 0.05-0.06 °C) è in grado di apprezzare anch’essa tali differenze anche se, sia attivamente/passivamente, la risposta alla sollecitazione è nettamente differente dalla causa perturbante usata per gli ultrasuoni. 4) un altra ipotesi di lavoro potrebbe essere l’EFFETTO SUI MATERIALI DEGLI IMPIANTI DI RISCALDAMENTO RADIANTI (muro e/o pavimento): effetto non ubicazione perchè per quest’ultima la TERMOGRAFIA, come si sa, risulta imbattibile. 5) nel caso di INCENDIO (e quindi per tale possibile prevenzione), è noto che il fuoco altera notevolmente le caratteristiche fisiche originali delle murature e trattandosi tutto sommato di sviluppo di sovratemperature certamente la correlazione con la risulta molto utile: sovratemperature nelle zone dei camini e/o delle canne fumarie. 6) UBICAZIONE della CANNE FUMARIE: sono dei vuoti e specialmente l’analisi spettrale dei dati UT, mostra in tali zone dei picchi massimi in ampiezza facilmente valutabili e la a tale riguardo non è da meno, specie con tali soluzioni impiantistiche in attività. Altre correlazioni da sviluppare anche sperimentando, anche in campo industriale dove tutti e due i metodi sono impiegati con efficacia.

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